Garzanti 2016 – Finalista al Premio Scerbanenco 2016
TRAMA
Il Detective Bacci Pagano è ingaggiato da facoltosi genitori per ritrovare il figlio sedicenne scomparso. Con la zavorra di difficili retaggi fisici ed emotivi del recente passato, entra a poco a poco nella vita di un ragazzo inquieto che si è infilato in una situazione pericolosa.
OSSERVAZIONI
L’Autore utilizza momenti di dialogo e confronto con un ex commissario in pensione (Pertusiello), che a volte lo aiuta e con il quale soprattutto si confida, a tavola o davanti a un bicchiere. Questo espediente narrativo ha probabilmente la duplice funzione di:
- permettere al protagonista di esprimere ad alta voce una sua “filosofia di vita” articolata che sarebbe pesante se demandata pensieri silenti o soliloqui.
- “traghettare” il mood del protagonista verso la vecchiaia e la malinconia che ne fa da corollario e che è resa molto bene dall’Autore.
Attenzione che questo rischia di rendere troppo lenta la storia se non inserita in una trama che abbia spiccati momenti di tensione e colpi di scena (cosa che non è).
I pensieri del protagonista sembrano molto spesso il resoconto della propria vita, di interpretazioni e “filosofie” che trasmettono un senso di appagamento.
In chiave noir, tutto ciò è nemico di una tensione narrativa che manca un po’. Non ci sono morti ammazzati e il contatto fugace con quelli che dovrebbero essere i “cattivi” è all’insegna del fair play.
E’ ben sviluppata la relazione “psicologica” tra i personaggi e coerentemente approfondito il protagonista, con il quale è facile immedesimarsi e provare empatia.
GIUDIZIO e GRADIMENTO
Nonostante la buona scrittura è difficile attribuire un gradimento superiore alla sufficienza a questa storia, non particolarmente entusiasmante, nella quale non ci sono spunti sufficienti per indulgere a qualche momento di noia.
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