Garzanti – 2016
“Se ci consideriamo in quanto corpo e in quanto psiche, noi esseri umani non siamo per nulla liberi; è solo se ci consideriamo in quanto spirito che possiamo giungere a esserlo.”
Vito Mancuso condivide con noi le sue riflessioni con la solita positività e chiarezza, anche quando per i temi trattati non ci si possono aspettare risposte definitive (in che senso possiamo definirci, o non definirci, liberi? perché esiste il male?).
Le sue argomentazioni sono divulgative, alla portata di noi tutti non esperti di filosofia o teologia, pur non mancando di essere ancorate alle grandi questioni che investono da sempre il pensiero dell’uomo dentro e fuori l’esperienza cristiana, con uno spirito critico e personale che ce lo fa piacere molto.
“La libertà però matura veramente quando comprende che il no più significativo che è chiamata a pronunciare è quello rivolto a se stessa: no ai propri capricci, no alle proprie voglie, no alle proprie pigrizie, no al proprio narcisismo, no alle proprie paure, no ai propri complessi, no alle proprie idiosincrasie. Non si tratta per nulla di un processo facile, anzi, esso può durare, e quasi sempre dura, tutta la vita: è molto impervio il cammino della liberazione di sé dal sé, della lotta contro il proprio nemico interiore.”
Mancuso è positivo e accogliente, è evidente in lui una continua ricerca alle risposte di tanti interrogativi esistenziali ed in questo ci riconosciamo
“Per giungere alla libertà devo quindi diffidare di me stesso reprimendo il mio corpo, annullando il mio carattere, professando idee altrui?”. “Ma ognuno di noi quanto è libero rispetto alle proprie idee? Quanti le hanno scelte liberamente dopo averle confrontate con altre? E quanti invece sono politicamente o religiosamente di una parte solo per via dell’influsso della famiglia o di altro ambiente? E quanti viceversa, dotati di un più acuto spirito di autonomia, hanno determinato le proprie idee solo per contrapporsi alla famiglia o ad altri ambienti?”
Sintetizzare le numerose e ramificate riflessioni fatte da Mancuso non è agevole. Un risultato parziale lo possiamo proporre con le sue stesse parole:
“In quanto corpo noi non saremo mai liberi, né lo saremo in quanto psiche: lo possiamo faticosamente diventare solo in quanto spirito e la principale manifestazione dello spirito è il pensiero, non necessariamente sotto forma di pensieri teoretici, ma anche, come già detto, sotto forma di produzioni artistiche e scelte etiche che nascono prima nell’interiorità e poi si manifestano esteriormente.”
Mancuso argomenta sempre in modo misurato ancorché non privo di forza e chiarezza. E’ positivo e accogliente, a tratti terapeutico. Esattamente quello di cui avrebbe bisogno quella parte, purtroppo sempre meno marginale, di riflessione cristiana-cattolica troppo spesso ispirata a logiche di contrapposizione ed esclusione invece che accoglienza e inclusione, che si parli di questioni strettamente teologiche o piuttosto della vita dell’uomo e della società in generale.
GRADIMENTO
Rispondi