Edizioni E/O 1997
TRAMA
L’Aldébaran è un vecchio cargo attraccato al molo di Marsiglia da cinque mesi, da quando il Tribunale lo ha sequestrato a garanzia dei debiti contratti dall’armatore. Mentre molti marinai se ne vanno, nelle giornate di attesa il comandante Abdul Aziz, il secondo Diamantis e un loro marinaio vivono un tempo sospeso nel quale si interrogano sulla loro vita, la terra d’origine e sul futuro, mentre il peso della coscienza e il fardello di passato e presente conduce ognuno verso il climax inaspettato delle rispettive vite.
OSSERVAZIONI
Personaggi con età, nazionalità e storie diverse, ognuno alle prese con i dubbi sulle scelte del passato e nell’incertezza del futuro. Marsiglia ed il suo porto fanno da lente psicologica. Il disagio dei personaggi è quello di tutti noi e in questo ci identifichiamo in pieno.
“Diamantis aveva qualcosa di Ulisse. Sembrava vivesse in pieno il suo dramma. Perché era fondamentalmente libero. E il dramma inizia sempre con l’affermazione della propria libertà.”
Nel tempo sospeso e nei pensieri vengono a galla i sensi di colpa del passato.
“Il mare non era un ostacolo al loro amore. La mancanza di fiducia invece sì, insieme a quella fuga senza fine che lui chiamava il suo mestiere.”
Il tempo sospeso della vita di questi marinai si intreccia con una storia iniziata vent’anni prima, nei giorni durante i quali Diamantis, giovane marinaio, aveva conosciuto e amato Amina. La rotta della vita non è solo sull’inerzia del passato, ma anche un po’ come il fato che porta verso la perdizione o la redenzione.
Da un grande scrittore, una storia affascinante.
GIUDIZIO
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